Intervista alla Dott. Simona Rossi psicologa e psicoterapeuta con specializzazione cognitivo comportamentale, dottoranda in Neuroscienze e qualità della vita, di Francesca Lovatelli Caetani per Libero Quotidiano
“Un recente sondaggio APA, American Psychological Association, ci ricorda che la nostra concezione del benessere deve andare oltre le tradizionali misure sanitarie. Sebbene l’idea di equilibrio tra vita professionale e vita privata sia spesso fraintesa, i dipendenti cercano aiuto e supporto per occuparsi delle aree non lavorative della loro vita. I datori di lavoro possono farlo essendo disposti a offrire orari di lavoro flessibili e incoraggiando i dipendenti a utilizzare al meglio il proprio tempo ed il periodo delle ferie”- così si esprime la Dottoressa Simona Rossi, psicologa,psicoterapeuta con specializzazione cognitivo comportamentale, Dottoranda in Neuroscienze e Qualità della vita e fondatrice di FeelGoodFactor, un’azienda che nasce con l’obiettivo di creare benessere personale e sostegno ad un processo relazionale virtuoso tra le donne e il loro contesto professionale.
“L’abbraccio del benessere e dell’impegno dei dipendenti come imperativi strategici è un significativo cambiamento di paradigma nel mondo professionale. I leader vincenti saranno quelli che avranno a cuore, con spirito di innovazione, il coinvolgimento e il benessere dei loro dipendenti nelle iniziative dell’azienda, dando la stessa cura e attenzione che darebbero nella vendita di un nuovo prodotto.
Il coinvolgimento e il benessere dei dipendenti riguardano la protezione del capitale umano, la risorsa più preziosa”.
Sostegno psicologico e psicoterapia sono bisogni reali, strumenti da utilizzare non solo davanti a un disagio, ma di fronte anche ad un semplice malessere o a una riorganizzazione nel contesto lavorativo: pensiamo alle donne che ricominciano a lavorare dopo una maternità o dopo una pausa lavorativa.
“Bisogna porre l’accento sulla serietà della psicoterapia e del suo reale ruolo sociale”- aggiunge la Dottoressa Rossi-l’ attenzione di essere centrati su se stessi deve esserci sempre, un supporto psicologico serio aiuta a riorganizzarsi. Credo profondamente che quando una persona trasforma la sua vita, lo fa di conseguenza anche sull’esistenza di tutta la sua famiglia, moltiplicando, così, l’impatto positivo sulla comunità e sull’economia”.
La Dottoressa Rossi ha un percorso di vita entusiasmante: un cammino formativo presso un istituto religioso, missioni in Africa, America Latina ed Europa, fondatrice di due case famiglia per bambini, studi filosofici e teologici prima della laurea
“Da alcuni anni, sulla spinta di tante richieste di aiuto da parte di donne professioniste, ho costruito una serie di strumenti per aumentare il loro livello di consapevolezza professionale e ho cercato di offrire alle aziende gli strumenti per un cambiamento culturale efficace per la valorizzazione del potenziale femminile. Abbiamo costruito insieme una bella community e possiamo disporre di idee, punti di vista e confronto per ridisegnare la nostra vita.
Business Coaching Psychology, vantaggi per l’azienda, in percentuale quanto vengono migliorate la performance, la comunicazione, la motivazione, lo sviluppo delle risorse, la creatività e la flessibilità?
“Il business coaching psychology-BCP-lavora sulla responsabilizzazione, sull’autonomia, sul riconoscimento e sulla consapevolezza delle capacità di ognuno, con la funzione di contribuire al raggiungimento di obiettivi sia personali che aziendali. Introdurre il BCP nella propria organizzazione hacome effetto più responsabilità e autonomia del team, e come conseguenza, maggiore disponibilità di tempo del top management per concentrarsi sul core business e gli obiettivi strategici. Il Business coaching psychology è un mezzo importante che afcilita il potenziamento delle competenze per uniformare il team nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, per aumentare le performance e sostenere lo sviluppo e il business.
È una pratica particolarmente utile per far emergere il potenziale dei più giovani e per supportare il loro percorso di carriera o per sostenere le donne nel mondo del lavoro, soprattutto quando si trovano a dover conciliare al meglio la vita professionale e quella personale. I team che adottano una buona BCP mostrano una redditività superiore del 21%.
Un rapporto dell’APA rileva che le organizzazioni di maggior successo mettono il coinvolgimento dei dipendenti al centro della loro strategia aziendale. Offrono ai dipendenti aspettative chiare e forniscono loro gli strumenti e il supporto per svolgere al meglio il loro lavoro. Quelle squadre che ottengono un punteggio del 20% più alto nell’engagement realizzano una riduzione del 41% dell’assenteismo e del 59% in meno di turnover. I dipendenti coinvolti si presentano ogni giorno con passione, scopo, presenza ed energia”.
L’89% dei leader delle risorse umane concorda sul fatto che il feedback e il lavoro in team tra pari sono fondamentali per avere risultati positivi. I dipendenti che sentono che la loro voce è ascoltata hanno 4,6 volte più probabilità di sentirsi autorizzati a svolgere un lavoro migliore?
“ Si, come rileva il rapporto di Forbes, garantire che le voci dei dipendenti vengano ascoltate deve essere parte di una spinta più ampia per l’uguaglianza e l’inclusività sul posto di lavoro. Le aziende con una maggiore diversità etnica edi genere superano costantemente la concorrenza. Rispecchiano in modo più accurato la diversità della società e raggiungono un maggior numero di potenziali clienti e incorporano una gamma più ampia di prospettive nel processo decisionale e nella strategia. Invitare più figure professionali al tavolo delle decisioni e garantire che le loro voci siano ascoltate, è una vittoria per tutti. Il mio compito spesso è proprio quello di suscitare l’attenzione aziendale alla diversità e all’inclusione per far sì che soprattutto il talento e il potenziale femminile vengano sostenuti e rinforzati”.
Il 96% dei dipendenti ritiene che mostrare empatia sia un modo importante per aumentare la fidelizzazione dei dipendenti?
“L’empatia è una parte essenziale dell’intelligenza emotiva, la capacità di identificare e gestire le proprie emozioni e di essere consapevoli delle emozioni degli altri. L’impegno e l’empatia sono inestricabilmente legati, poiché è improbabile che i dipendenti si sentano veramente rispettati e dotati di potere in un’organizzazione che non mostra empatia. Lo rileva un recente rapporto della Businessolver sull’empatia sul posto di lavoro. I dipendenti sono quasi unanimi nel concordare sull’importanza dell’empatia, ma il 92% ritiene che l’empatia rimanga sottovalutata. Inoltre, mentre il 92% dei CEO ritiene che la propria organizzazione sia empatica, solo il 50% dei propri dipendenti afferma che il proprio CEO è empatico. Questo per far notare quanto è difficile comprendersi internamente in un’azienda senza un mediatore che aiuti nella comunicazione”.
I dipendenti disimpegnati costano alle aziende nel mondo fino a 550 miliardi di euro e/o dollari l’anno..
Purtroppo è vero.
Un rapporto dell’Engagement Institute, che ha pubblicato uno studio congiunto di The Conference Board, Deloitte, ROI, The Culture Works e Consulting LLP, sottolinea quanto sia importante l’impegno per il risultato finale. È interessante notare che la maggior parte degli intervistati riconosce il motivo per cui non è completamente coinvolta. Questo è un altro motivo per cui la comunicazione è fondamentale per una sana cultura organizzativa. I dipendenti ti diranno di cosa hanno bisogno per essere coinvolti se li ascolti”.
Il 61% dei dipendenti, pero’, è stressato sul lavoro
“Una indagine di CareerBuilder sullo stress sul lavoro rileva anche che il 31% degli intervistati riferisce livelli estremamente elevati di stress sul lavoro. L’indagine documenta come gli alti livelli di stress si manifestano in una cattiva salute fisica (stanchezza, dolori e aumento di peso) e in una salute mentale compromessa (depressione, ansia, rabbia). Questi risultati enfatizzano le connessioni tra benessere e impegno e come lo stress li mina entrambi”.
L’89% dei lavoratori di aziende che sostengono iniziative per il benessere sono più propensi a raccomandare la propria azienda come un buon posto di lavoro
“Nella mia pratica di consulenza, ho visto che il fattore critico nel determinare il successo dei programmi di benessere è il coinvolgimento e l’impegno della leadership, un fatto confermato da un rapporto dell’American Psychological Association (APA). Nelle organizzazioni in cui i dipendenti non considerano la leadership impegnata per il proprio benessere, solo il 17% consiglierebbe l’azienda come un buon posto in cui lavorare. Il rapporto sottolinea che il benessere dei dipendenti non può essere affrontato attraverso un programma isolato, ma è invece un riflesso di una cultura e un clima più ampi all’interno dell’organizzazione”.
Il 70% dei datori di lavoro ha migliorato il proprio ambiente fisico per incoraggiare comportamenti sani; cosa ne pensa a questo riguardo?
“La ricerca dell’American Psychological Association (APA) dimostra come un numero crescente di datori di lavoro definisca la salute sul posto di lavoro come una parte centrale della cultura e della strategia aziendale. Nel mio lavoro tocco con mano questa realtà. Seguo le professioniste nel loro reinserimento in azienda dopo una pausa lavorativa , aiuto one to one i manager nella gestione del benessere del proprio team, aiuto nella gestione dello stress e nella ricerca di un equilibrio tra carriera e vita personale.Sapere che le aziende finalmente hanno capito che il benessere deve permeare ogni aspetto di un’organizzazione è una vittoria e una grande soddisfazione”.
Il 61% dei dipendenti concorda di aver fatto scelte di vita più sane grazie al programma di benessere della propria azienda, perché?
“Un programma di benessere completo e olistico aiuta i dipendenti a cambiare il loro stile di vita e a fare scelte migliori, con conseguente maggiore produttività e soddisfazione sul lavoro.
Il lavoro è un bene prezioso per tutti e ciascuno di noi svolgendo il proprio ruolo e trovando un proprio equilibrio puo’ veramente essere una risorsa
Lo stesso rappporto rileva che i Millenials, invece, tengono conto di benefici come i programmi di salute e benessere nel decidere se accettare o rimanere in un posto di lavoro; un aspetto che, se alcuni volessero leggere come pretenzioso e arrogante da parte delle nuove generazioni, è, invece, dal mio punto di vista, un dato positivo che ci fa ben sperare”.